Borana Qirjazi: da Tirana ad Amici..passando per La Scala

Qualcuno di voi forse la ricorda come allieva di Amici, quando, nella nona edizione, era la pupilla della Maestra Celentano.

Classe 1990, formazione scaligera, oggi Borana Qirjazi vive la sua vita contornata dalla sua splendida famiglia e, ovviamente, dalla danza.

Dal mio primo incontro con lei, sono subito rimasta colpita dalla sua freschezza e genuinità. A vederla, con il suo fisico da adolescente, scolpito dalla danza, si fa fatica a pensare che abbia partorito due bambine, ma parlando della sua scuola di danza e delle sue allieve si capisce che è anche mamma di tutte loro, e che le nutre ogni giorno con il suo inesauribile entusiasmo.

Sentirla raccontare la sua storia invece mi ha incantata, perché sembra la trama di uno di quei film sulla danza, dove se hai talento e volontà alla fine arrivi a raggiungere il tuo obbiettivo, e dove le circostanze ti fanno capire che forse quello che ami davvero è qualcosa che non ti saresti mai aspettato.

Ciao Borana! Quando e come è avvenuto l’incontro con la danza?

Nella nostra famiglia non c’era nessuno legato alla danza, e in Albania non si usava fare sport da piccoli, non c’erano scuole private come accade qui, ma solo l’Accademia, che era un’istituzione molto rigida. Io e il mio fratello gemello però danzavamo sempre, era qualcosa che sentivamo dentro! Un giorno è venuta a casa una nostra cugina che ha assistito a un nostro “spettacolino” e ha deciso di portarci da un maestro di danza abbastanza noto in Albania in quegli anni.

Così io e mio fratello ci siamo ritrovati in una grande sala di danza, completamente vuota. Da dietro una porta di vetro ci stavano osservando il maestro e dei ballerini professionisti. Quando abbiamo finito di ballare sono entrati tutti e ci hanno fatto un applauso. La sera stessa eravamo a Durazzo per aprire il loro spettacolo. E’ stato davvero molto emozionante avere un vero pubblico davanti a noi. Avevamo 10 anni. Da lì a una settimana eravamo allievi dell’Accademia di Tirana, la stessa nella quale si son formati Kledi, Anbeta, Ilir .

Ma un’altra prestigiosa scuola di aspettava. Come mai hai scelto di trasferirti in Italia?

Mio padre viveva già in Italia ed era in programma di raggiungerlo. E’ stato lui a cercare una buona scuola di danza da farci frequentare. Siamo arrivati in Italia 4 giorni prima dell’audizione, abbiamo superato tutti gli step e, sia io che mio fratello, siamo diventati allievi della scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Ancora ricordo l’emozione di quel portone che si apriva e di tutti gli sguardi puntati sui fogli appesi dove erano scritti i risultati. E’ stato un momento bellissimo!

Però, come in tutte le favole che si rispettano…

Eh…c’era un bello scoglio da superare… In casa eravamo in cinque, con mia sorella maggiore, ci eravamo appena trasferiti, le spese erano tante e mio padre non poteva permettersi di pagare la retta per me e mio fratello. A malincuore mio padre aveva dovuto comunicare alla Direttrice, allora Anna Maria Prina, che non potevamo frequentare la scuola. Ma lei, con un grande gesto di umanità che ricorderò per sempre, ci ha assegnato una borsa di studio completa. Così, ogni anno, sono riuscita ad andare avanti grazie alla borsa di studio per reddito e anche a quella per merito.

Non c’era un giorno in cui non andavo a lezione, ero infinitamente grata alla Direttrice, in me c’era la voglia di avere risultati, nonostante i grandi sacrifici che affrontavo: abitavo in provincia di Lecco e ogni mattina mi alzavo alle 5:00 per raggiungere la scuola!

Come erano i rapporti con i tuoi amici di corso?

Eravamo un bel corso, sia umanamente che professionalmente. Tra le mie migliori amiche c’erano Nicoletta Manni, (attuale Prima Ballerina al teatro Alla Scala), Rebecca Bianchi (étoile del teatro dell’Opera di Roma), poi c’erano Michele Satriano, Shaila d’Onofrio, Jacqueline Tirabassi. Non c’era competizione negativa, c’era competizione positiva, sana. Per me la scuola di ballo era una famiglia. Noi condividevamo tutto, andavo a casa solo per dormire! Mi sono sempre sentita molto accolta dai miei compagni. Loro sono stati fondamentali per me e, anche se sono anni che non li vedo, ogni tanto li sento, per ricordare loro la mia gratitudine, il mio amore.

Com’è nata l’idea di partecipare ad Amici?

Durante l’VIII corso si fanno audizioni per trovare lavoro l’anno successivo ed entrare in una compagnia. Il mio progetto era quello di andare all’estero, per confrontarmi con una nuova realtà , per vedere quello che c’è fuori. Ma il mio passaporto era scaduto e non potevo uscire dall’Italia. Così, quando le altre mie amiche andavano a fare audizioni fuori, io non potevo e sono rimasta completamente ferma. Mi sono detta:che faccio? Butto un anno della mia vita? Visto che il programma Amici lo seguivo e mi intrigava il fatto di imparare nuovi stili e uscire dal mondo del classico, sono andata a fare i casting per poter entrare. E così la Celentano mi ha scelta come sua allieva. A volte dalla tv la si vede come un “mostro”, molto rigida, come sono un po’ tutte le insegnanti di danza. Ma io ero abituata a questo…. in più con me era una persona fantastica, dolce e ancora adesso nei miei confronti è molto gentile.

Cosa ti aspettavi dopo Amici?

Diciamo che non ho avuto il tempo di pensarci. Quando esci da Amici cominciano anche le serate come ospite, inaugurazioni, spettacoli, eravamo molti richiesti, era il boom di lavoro per noi.

Ci affidavamo ad un agente ed avevamo tutto programmato, un’agenda piena di serate! In più, una volta finita la trasmissione, dovevamo prepararci per il tour estivo, per cui il presente era troppo pieno per pensare al futuro.

Nel frattempo è arrivato anche l’amore…

Galeotta fu una sublussazione alla spalla, l’unico trauma che ho mai avuto nella mia carriera. E Danilo (attuale marito) era il fisioterapista che collaborava con Mediaset. E’ stato amore a prima vista. Durante le prove per il tour ho scoperto di essere incinta, l’ho iniziato nonostante le nausee ma stringevo i denti, avendo avuto l’ok dal ginecologo.

Alla quarta tappa però ho deciso di fermarmi perché sentivo era il momento di smettere, cominciavo ad avere paura, dentro di me c’era una nuova vita, qualcosa era cambiato. L’ho comunicato alla redazione e ho detto BASTA. Avevo 20 anni e mi sentivo pronta ad essere mamma.

Quando ti sei riavvicinata alla danza?

Dopo Lucrezia (la prima figlia) ho smesso completamente per quasi due anni, sono rimasta a casa per dedicarmi a fare la mamma. Quando Lucrezia aveva 1 anno e mezzo ho ricominciato piano piano col Pilates. Io volevo fare la mamma a tempo pieno, volevo crescere mia figlia. Una volta che ti fermi pensi di non essere più in grado di ricominciare… invece Danilo mi ha incitata a continuare e non disperdere i miei sacrifici, mi ha dato forza e coraggio. Grazie all’aiuto di Maria Zaffino, che era assistente di Marco Garofalo, ho ripreso le lezioni di danza. Così ho iniziato con dei lavori in televisione, pensando sarebbe stato più gestibile per me rispetto al lavoro in teatro. Ma come mamma è stato uno shock! Da vedere Lucrezia tutto il giorno, la vedevo solo quando la portavo all’asilo. Alla fine erano più i lavori che rifiutavo che quelli che accettavo, nonostante superassi i casting, perché non volevo allontanarmi dalla mia famiglia.

E’ per questo che hai deciso di lasciare Roma?

Dopo essere rimasta incinta della seconda figlia, Greta, che oggi ha 4 anni, abbiamo deciso di trasferirci a Termoli, dove c’è la famiglia di Danilo, perché volevamo una realtà più piccola per crescere con più serenità le nostre bambine. Quasi subito ho iniziato ad insegnare danza e sono stata totalmente travolta da questa esperienza! Non avrei mai pensato di avere così tante soddisfazioni, a volte più di quando ballavo, perché vedere bambine che raggiungono obbiettivi restituisce una felicità immensa, poter regalare un sorriso mi fa stare molto bene.

Sarà perché sono mamma, ma vado oltre a quello che devo insegnare in sala, mi interessa motivarle, trasmettere la stessa passione che mi ha accompagnata fin da quando ero piccola. E’ quella che ti fa arrivare in alto, la passione che porta a fare i sacrifici.

C’è una persona alla quale di ispiri come insegnante?

In Accademia a Milano avevo un’insegnante speciale, Loreta Alexandrescu. Lei per me era l’insegnante perfetta, in lei vedevo comprensione, umanità. Riusciva a tirare fuori anche questo lato. Io cerco di fare questo con le mie allieve. Voglio che loro possano comunicare con me, devono sentirsi libere di esprimersi così posso aiutarle a superare i propri limiti.

Le tue figlie mostrano già di avere le doti della mamma. Cosa ti auguri per loro?

Loro devono sentirsi libere di fare quello che amano fare e non seguire quello che la mamma fa.

Per adesso ho la fortuna che loro, soprattutto Lucrezia, che ha 9 anni, amano danzare, però per me saranno sempre libere di scegliere. Se vorranno seguire il mio percorso e fare le ballerine sicuramente avranno tutto il mio appoggio e il mio bagaglio e le aiuterò a cercare il meglio per loro. Lo capiremo nel tempo, a seconda di quelle che saranno le loro passioni.

Una cosa è certa: se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Secondo me quello che ti danno i figli sì che è un vero spettacolo!

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