VITE PARALLELE: anche gli insegnanti di danza esistono al di fuori delle quattro mura della sala

#Divertissement
manuale di sopravvivenza per insegnanti di danza
– Episodio 8 –

 

“Ma sarà vero?”

Finita la stagione di saggi e spettacoli, con l’estate aumentano gli episodi di un fenomeno a tratti inquietante per la sua matrice psicologica, causa di insonnia di generazioni e generazioni di allievi.

La scena si ripete ormai da anni, più o meno sempre la stessa: sei al supermercato, col tuo carrello super oleato sulle ruote, scelto apposta per poter fare un tombè-pas de bourrèe-piquè arabesque nella corsia dei surgelati, che… la vedi, lì in fondo, impietrita, con lo sguardo fisso, le ginocchia in dentro (ma noooooooo) e un pacco di biscotti che le stanno per cadere dalle mani.

Non parla, ti fissa.

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“Saluta la maestra di danza, Giulia!” arriva in soccorso la mamma della piccola allieva ormai sconvolta per sempre. Ma lei niente, non ci vuole credere e continua a rimanere muta: nel suo cervello si susseguono sinapsi all’impazzata sulla scia del “ma non può essere lei, lei vive a danza, chi l’ha fatta uscire?”.

Gli allievi, specie i più piccoli, considerano la figura dell’insegnante come parte integrante dell’edificio. Per loro praticamente hai la stessa vita e gli stessi diritti dello stereo in sala.

Se poi ti beccano vestita di tutto punto, con un tacco, un vestito, i capelli sciolti nonssiammai…ti disconoscono. Loro hanno bisogno di punti fermi: i tuoi pantajazz bucati, la maglietta mezza fradicia e arrotolata, la scarpa da ginnastica o il calzino multiuso, i capelli raccolti a caso, il trucco sbavatino. Sembra una scena triste ma in realtà è quel look trasandato ma non troppo che fa tanto FAME, passione fatica e sudore. E’ uno status symbol.

Cammini con i piedi a papera, hai una tuta, se sei donna sei leggermente stempiata per i tanti chignon, code, trecce, incastri improbabili…automaticamente ti chiedono: “ballerina o insegnante di danza, vero?!”

Ma Enzo e Carla negli anni ci hanno insegnato l’importanza del Dress Code in tutte le occasioni, quindi quando ti azzardi ad andare fuori a cena e vai di tacco, se la figlia del ristoratore è una tua allieva, l’imbarazzo è servito. Addio spaghetti.

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E quando ti incontrano col fidanzato? O col marito! Se sei mano nella mano scatta lo sguardo che di solito si fa ai propri genitori: il “cosa fanno, non voglio vedere, che schifo”. Una specie di tradimento.

Per poi tempestarti di domande a lezione tu tutti i particolari della tua vita parallela, trasgressiva per principio.

Poi c’è il capitolo figli: già vederti col pancione a danza è un trauma. Pensano: “il come ci è finito il fratellino nella pancia della mia mamma l’ho capito, più o meno, ma nella maestra?????? Com’è possibile? E’ posseduta”. Sì, perché se poi hai una gravidanza tranquilla…insegni fino all’ultimo, quando sei davvero un elefante che balla.

Ricordo alla mia prima gravidanza gli sguardi atterriti quando a 8 mesi facevo dei bounce in hip hop e sparavo il pancione in avanti tipo palla da basket…o quando durante modern, nel riscaldamento a terra seduta a gambe aperte la uanza toccasse, anzi si adagiasse sul pavimento.

La conferma dell’esistenza degli alieni è data scientificamente da molti bambini che durante le lezioni di danza avevano le insegnanti incinte con qualcosa che visibilmente gli si muoveva nella pancia…

Bene, che ora si possa dire a gran voce:

·      Anche gli insegnanti di danza hanno una casa, che non è la scuola

·      Anche gli insegnanti di danza potrebbero avere figli e compagni

·      Anche gli insegnanti di danza mangiano e fanno la spesa

·      Anche gli insegnanti di danza si potrebbero rifiutare di ballare “Despacito”

Fatevene una ragione: sì, dopo i saggi e le esibizioni molti di noi non fanno la Vida Loca, molti di noi passano dalla pantofola all’infradito e stramazzano su un divano.

E quando ci incontrate sentitevi liberi di venirci incontro con un tombè-coupè-jetè en tournant che non guasta mai, d’altronde abbiamo bisogno di sentirci a casa anche noi!

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